Dal secondogenito Raffaello proviene il cognome dato a tutta la discendenza dei Raffaelli.
Bosone Novello figlio di Bosone I, conobbe Dante Alighieri che ospitò presso il suo castello di Colmollaro, nei pressi di Gubbio. Nel corso di un decennio ebbe importanti cariche: podestà di Arezzo, di Viterbo, di Lucca, di Todi e di Pisa. L’imperatore Federico gli concesse il privilegio di ampliare l'antico stemma della scacchiera con l’aggiunta dell’aquila imperiale.
Nel 1337 fu chiamato da Benedetto XII a Roma ed eletto senatore romano. Conobbe anche il Petrarca che gli dedicò la famosa canzone “Spirto gentil”.
Terminate le lotte tra guelfi e ghibellini, i Raffaelli rientrarono in Gubbio, e dettero alla patria illustri personaggi che vi coprirono le più alte cariche amministrative e politiche fino al secolo XVIII
Nel 1534 Raffaello, di Antonio Raffaelli, nipote di Bosone III detto l'Ungaro, per evitare le persecuzioni di Francesco Maria della Rovere, si rifugiò a Cingoli nelle Marche, dando così origine ai Raffaelli di Cingoli.
Ora la famiglia è in parte trasferita a Milano ed Asolo con uliveti nella stessa Asolo ed in Mosciano Sant’Angelo (Teramo).